La leggenda dell’albero di Natale – leggenda popolare
C’era una volta un boscaiolo, che era sposato con una giovane donna che amava molto.
Siccome la amava molto ci teneva che lei avesse cose buone da mangiare e una casa sempre calda e quindi passava molto tempo nei boschi a tagliare la legna, un po’ per rivenderla e un po’ per scaldare la sua casa, che aveva un bel camino di pietra.
La sera di Natale stava tornando a casa tardi come al solito e vide, alzando lo sguardo, un bellissimo abete alto e maestoso. Stava prendendo le misure per vedere se poteva tagliarlo quando si accorse che tra i suoi rami, nella notte che era buia che più buia non si può, riusciva a scorgere le stelle e che la luce di queste sembrava brillare proprio dai rami.
Affascinato da questo spettacolo decise in quel momento due cose: la prima era che avrebbe lasciato il vecchio abete lì dove stava e la seconda che doveva far vedere alla moglie questo bellissimo spettacolo: tagliò allora un abete più piccolo, lo portò davanti alla casa e lì accese delle piccole candele che mise sui rami (senza dar fuoco all’albero accidentalmente).
La moglie del boscaiolo, dalla finestra, vide l’albero così illuminato e se ne innamorò al punto da lasciar bruciare l’arrosto.
Da quel momento in poi la bella moglie del boscaiolo volle sempre avere un abete illuminato per Natale e i vicini, trovandolo bellissimo a guardarsi, imitarono presto il boscaiolo.
Quest’uso poi si estese e l’albero di Natale divenne uno dei simboli del Natale.
La leggenda dell’abete di G. Benzoni
S’approssimava l’inverno di tanti e tanti anni fa.
Un uccellino, che aveva un’ala spezzata, non sapeva dove ripararsi dal freddo e dalla neve.
Si guardò intorno per cercare un asilo e vide i begli alberi di una grande foresta. A piccoli passi si portò faticosamente al limitare del bosco. Il primo albero che vide fu una betulla dal manto d’argento.
– Graziosa betulla, vuoi ospitarmi fra le tue fronde fino alla buona stagione?-– Che curiosa idea! Ne ho abbastanza di custodire le mie foglie!-
L’uccelletto saltellò fino all’albero vicino. Era una quercia dalla fitta chioma.
– Grande quercia, vuoi tenermi al riparo fino a primavera?-
– Che domanda! Se io ti riparassi mi beccheresti tutte le ghiande!-
L’uccellino volò alla meglio fino a un grosso salice che sorgeva sulla riva di un fiume.
– Bel salice, mi dai ricovero fino a che dura il freddo?-– No davvero! Va’, va’ lontano da me!-
Il povero uccellino non sapeva più a chi rivolgersi, ma continuò a saltellare…
Lo vide un abete e gli chiese:
– Dove vai, uccellino?-
– Non lo so. Nessuno mi vuole ospitare e io non posso volare tanto lontano, con questa ala spezzata.-
– Vieni qui da me, poverino. Riparati sul ramo che più ri piace-
– Oh, grazie. E potrò restare qui tutto l’inverno?-
– Certamente, mi terrai compagnia.-
Una notte il vento gelido sferzò le foglie, che caddero a terra mulinando. La betulla, la quercia, il salice, in breve tempo si trovarono nudi e intirizziti.
L’abete invece conservò le sue foglie, e le conserva tuttora.
Sapete perchè? Perchè Dio volle premiarlo della sua bontà.
Speriamo che questa storia di Natale che narra una della leggenda dell’albero di Natale, e l’altra della storia dell’abete, ti siano piaciute. Condividile e diffondi la magia del Natale anche tu!