Il vischio è protagonista di tante storie di Natale e qui ve ne racconteremo due. Due storie di Natale entrambe molto belle e colme di significato e spirito natalizio.
La leggenda del vischio – fiaba scandinava
La leggenda narra che dopo la morte della divinità norvegese Balder, a causa di una ferita da freccia inflitta dal fratello, la madre di Balder, cadde in un lungo pianto.
Per magia, le lacrime della madre a contatto con la freccia fatta di rami del vischio divennero Bacche di bianco perlato e Balder riprese vita.
Così Freya, colma di gioia, ringraziò chiunque passasse sotto il vischio, con un bacio.
Tradizione vuole, quindi che sotto questa pianta, simbolo della vita e dell’amore, gli innamorati debbano baciarsi per avere la protezione eterna della della dea Freya, che con le lacrime del vero amore ha salvato la vita di suo figlio.
E fu così che nacque l’usanza del bacio sotto il vischio, un gesto volto a rappresentare la forza ed il potere dell’Amore incondizionato.
La leggenda del vischio – fiaba di L. Drago
Il vecchio mercante si girava e rigirava, senza poter prendere sonno.
Gli affari, quel giorno, erano andati benissimo: comprando a dieci, vendendo a venti, moneta su moneta, aveva fatto un bel mucchietto di denari.
Si levò. Li volle contare. Erano monete passate chissà in quante mani, guadagnate chissà con quanta fatica. Ma quelle mani e quella fatica a lui non dicevano niente.
Il mercante non poteva dormire. Uscì di casa e vide gente che andava da tutte le parti verso lo stesso luogo. Preva che tutti si fossero passati la parola per partecipare a una festa.
Qualche mano si tese verso di lui. Qualche voce si levò: – Fratello, – gli gridarono – non vieni?
Fratello, a lui fratello? Ma che erano questi matti? Lui non aveva fratelli. Era un mercante; e per lui non c’erano che clienti: chi comprava e chi vendeva.
Ma dove andavano?
Si mosse un po’ curioso. Si unì a un gruppo di vecchi e di fanciulli.
Fratello! Oh, certo, sarebbe stato anche bello avere tanti fratelli! Ma lui cuore gli sussurrava che non poteva essere loro fratello. Quante volte li aveva ingannati? Comprava a dieci e rivendeva a venti.
Rubava sul peso. Piangeva miseria per vender più caro. Speculava sul bisogno dei poveri.
E mai e poi mai la sua mano si apriva per donare.
No, lui non poteva essere fratello a quella povera gente che aveva sempre sfruttata, ingannata, tradita.
Eppure tutti gli camminavano a fianco. Ed era giunto, con loro, davanti alla Grotta di Betlemme. Ora li vedeva entrare e nessuno era a mani vuote; anche i poveri avevano qualcosa.
E lui non aveva niente, lui che era ricco.
Entrò nella grotta insieme con gli altri; s’inginocchiò insieme agli altri.
– Signore, – esclamò – ho trattato male i miei fratelli. Perdonami.
E proruppe in pianto.
Appoggiato a un albero, davanti alla grotta, il mercante continuò a piangere, e il suo cuore cambiò.
Alla prima luce dell’alba quelle lacrime splendettero come perle, in mezzo a due foglioline.
In quella notte era nato il vischio.
Cari amici pensiamo che entrambe le storie di Natale che avete appena letto siano molto belle e se vorrai condividerle con le persone che ami, te ne saremo grati. Grazie!